Il poeta Gabriele D'Annunzio scrisse una poesia per la morte di Giovanni Segantini.

Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi

Implorazioni dei monti, voci del regno alto e santo,
dolor selvaggio dei venti combattuti, profondo pianto
de le sorgenti pure,
quando l'ombra discesa da un più alto regno benda
la rupe e il ghiacciaio albeggia solo come
un cammino che attenda grandi orme venture!

Salutazione dei monti, coro de le gioie prime,
laude impetuosa dei torrenti, fremito de le cime
percosse da la meraviglia,
quando si fa la luce ne le vene de la pietra
come ne le fibre del fiore perché Demetra
rivede la sua figlia!

Dominazione dei monti, purità de le cose intatte,
forza generatrice de le fiumane provvide e de le schiatte
armate per l'eterna guerra,
mistero de le più remote origini quando un pensiero
divino abitava le fronti emerse dai mari, o mistero,
purità, forza sopra la Terra!

Spenti son gli occhi umili e degni ove s'accolse l'infinita
bellezza, partita è l'anima ove l'ombra e la luce la vita
e la morte furon come una sola
preghiera, e la melodia del ruscello e il mugghio de l'armento e il tuono
de la tempesta e il grido de l'aquila e il gemito de l'uomo
furon come una sola parola,

e tutte le cose furon come una sola cosa
abbracciata per sempre da la sua silenziosa
potenza come da l'aria.
Partita è su i vènti ebra di libertà l'anima dolce e rude
di colui che cercava una patria ne le altezze più nude
sempre più solitaria.

O monti, purità de le cose intatte, forza, mistero
sopra la Terra, ella va e ritorna come un pensiero
immortale sopra la Terra.
O monti, o padri, il suo dolore fu come la vostra ombra
sopra la Terra. La sua gioia sarà oltre la sua tomba
un palpito de la Terra.